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Intervista a John Dibb
John Dibb è uno dei più ambiti senior designer di diffusori a livello mondiale. In forza da molti anni alla B&W, ha progettato molti diffusori celebrativi, tra cui le nuove Signature Diamond

All’inizio della sua carriera John Dibb lavorava nel settore aerospaziale. Sono stati poi il grande interesse per la musica e per le riproduzioni musicali a portarlo verso l’industria del suono. John festeggia quest’anno il suo ventesimo anniversario alla B&W. Per tutto questo tempo è stato responsabile della progettazione acustica di molti dei principali prodotti della B&W, in particolar modo del Silver Signature e del Signature 30, creati rispettivamente in occasione del 25° e del 30° anniversario dell’azienda. Il 40° anniversario gli ha poi dato l’opportunità di lavorare ancora una volta con Kenneth Grange, designer di livello industriale; dalla loro stretta collaborazione è nato un gioiello, il Signature Diamond, che ha permesso a entrambi di raggiungere i massimi livelli di design, sia da un punto di vista acustico, che estetico. Audiogamma: Con il Signature Diamond continua la lunga storia dei Signature. Raccontaci qualcosa di questi prodotti e di cosa li contraddistingue da un punto di vista ingegneristico. Dibb: Per il 25 anniversario della B&W volevamo creare qualcosa di veramente speciale, partendo dal presupposto che di solito l’argento viene considerato superiore al rame in termini di conduzione; dai nostri studi, però, è risultato che per ottenere il massimo tutto l’impianto doveva essere cablato in argento, dall’amplificatore alle bobine degli altoparlanti. Ma non avevamo a disposizione dei cavi in argento già pronti, decidemmo di produrli direttamente con una spesa non indifferente; utilizzammo anche due altoparlanti completamente inediti, in maniera da stabilire un nuovo standard. Bisogna riconoscere che il risultato, da un punto di vista acustico, ha giustificato ampiamente la spesa, a tal punto che la recensione di un giornale specializzato si chiudeva esattamente con queste parole: “uscite a comprare qualcosa di nuovo, sempre che lo troviate”. Cinque anni dopo con il Signature 30, abbiamo approntato una tecnologia ancora più innovativa, perfezionando maggiormente il design delle Silver Signature. Poi, per celebrare il nostro ultimo anniversario, abbiamo prodotto il Signature Diamond, nato, quindi, da oltre 10 anni di esperienza e di affinamenti. Il nuovo design proposto da Kenneth Grange presenta delle linee lievemente ricurve, ma anche estremamente rigide, l’ideale dal punto di vista acustico. Utilizzando un altoparlante in Kevlar per le medie e basse frequenze, assolutamente nuovo e unico nel suo genere, un tweeter con cupola in diamante e crossover in lamine di oro e argento, abbiamo creato un diffusore di grande definizione e precisione. Audiogamma: Il cabinet del Signature Diamond è senza dubbio un oggetto molto particolare. In che maniera questa sua particolarità contribuisce alla performance complessiva? Dibb: Tutti i cabinet determinano delle risonanze più o meno estese e le conseguenti emanazioni acustiche involontarie deformano e colorano il suono. Il livello di colorazione è direttamente correlato alla rigidità e al potere antivibrante delle pareti del diffusore. Aumentando invece la curvatura dei pannelli, aumenta di molto anche la rigidità, basti pensare ai corrugati in ferro. Il design creato da Kenneth Grange per il Signature Diamond ci è piaciuto molto proprio per le linee ricurve di tutto il cabinet. Aggiungendo poi una matrice di rinforzo matrix, che di fatto suddivide i pannelli in settori più piccoli, sono state virtualmente eliminate tutte le piccole risonanze residue. Un’altra principale causa di distorsione del suono è la diffrazione, generata dalla discontinuità dei piani, come ad esempio gli spigoli vivi, che compromettono il campo sonoro, provocando un effetto maggiore sull’immagine musicale. Un impianto privo di parti piane, o che abbia delle forme particolarmente appuntite intorno ad entrambi gli altoparlanti, risulterà virtualmente libero da diffrazione e dotato quindi di una superba immagine sonora. Audiogamma: Parlaci degli altoparlanti che hai progettato per il Signature Diamond. Di certo è inutile parlare di colorazione e di diffrazione all’interno del cabinet, se gli altoparlanti non suonano perfettamente; e nella serie Signature gli altoparlanti scelti erano già di eccellente qualità, anche se poi sono stati ulteriormente rifiniti. Dibb: Ora l’altoparlante in Kevlar da 7’’, per le medie e basse frequenze, è dotato di un unico phasing plug ricavato da un pezzo di ottone unico profilato al suo interno in maniera da eliminare gli effetti di turbolenza dinamica, che possono derivare dai movimenti troppo ampi del cono. Il collegamento con il computer, poi, ha consentito di ottimizzare la progettazione del motore, ottenendo così una distorsione dell’altoparlante per le medie frequenze ai livelli di quella dei nostri altoparlanti medi, dedicati proprio a questo. Come suggerisce il nome stesso, questo diffusore utilizza un tweeter con cupola in diamante, che all’interno dello spettro acustico risponde proprio come una cupola “perfetta” elaborata al computer, senza nessuna differenza. Ma per le vibrazioni prodotte dalle alte frequenze e a bassissimo volume, la progettazione della sede del tweeter è ancora più decisiva rispetto a quella del cabinet dei bassi, dove (e rientra in un concetto di “morte” acustica) un pesante blocco di marmo conformato in maniera ottimale rimane fisicamente isolato dal cabinet. La cosa sorprendente è che, nonostante vengano coperte soltanto le tre ultime ottave delle dieci dello spettro acustico, il miglioramento in termini di dinamica, risoluzione e apertura sembra estendersi fino alle basse frequenze. Audiogamma: La B&W sottolinea spesso che i diffusori di sua produzione vengono “accordati a orecchio”. Ci puoi spiegare cosa significa esattamente? Dibb: Per coprire in maniera soddisfacente tutto lo spettro acustico ci vogliono almeno due altoparlanti, per le basse, le medie e le alte frequenze. Bisogna, però, filtrare rispettivamente le alte e le basse frequenze, in maniera che i due altoparlanti funzionino correttamente insieme. Il filtro utilizzato è conosciuto come “crossover” ed è assolutamente decisivo ai fini del suono generale, così come qualsiasi altro elemento dell’impianto. L’esperienza dimostra che quanto più semplice verrà realizzato questo filtro, migliore sarà il suono; così anche per il migliore degli altoparlanti ci vorrà comunque un crossover estremamente semplice. Nel Signature Diamond vi sono soltanto un induttore, un condensatore e una resistenza: una sequenza tutt’altro che complicata, eppure la scelta finale dei componenti risulta particolarmente complessa. Accade spesso, infatti, soprattutto nel caso dei sistemi ad alta capacità di risoluzione, che dei filtri con delle misure identiche suonino in maniera differente. Ciò dipende semplicemente dal fatto che le nostre orecchie, e quindi il nostro cervello, possiedono una maggiore capacità di risoluzione e una differente sensibilità. Ne consegue che la selezione finale dei componenti debba essere fatta, necessariamente, tramite l’ascolto, e non in un’unica stanza sempre con lo stesso impianto, ma in più stanze possibili e con sistemi appropriati. Questo è il motivo per cui la B&W, in fase di sviluppo dei diffusori, si è sempre concentrata molto sull’ascolto, indipendentemente dal costo.

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